ATMO_SFERE, TERREFERME, TRIENNALE DI MILANO

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ATMO_SFERE TERREFERME

Project team: wea, plastique fantastique

Address: first step Triennale, Milano, Bologna, Ferrara

Usage_1: Art travelling exhibition

TERREFERME è un progetto della Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Emilia Romagna realizzato con il contributo di Fondazione Telecom.

The exhibition TERREFERME deals with the aftermath of the 2012 earthquake which took place in the Emilia region, close to Bologna.
It has been conceived to amplify and humanise those moments that suddenly rip apart daily life and are capable of destroying cultures, stories and history.
The exhibition, designed by Plastique Fantastique and Wagner Associati, proposes narrative forms that are the antithesis of destruction: there ore no comers, no sharp edges, no weights, because what needs to be told must be protected and secured in order to conserve the great human and cultural activity in a terrain that trembles, swallowing its knowledge and breaking the rhythm of life.
The contemporary nature of the mediums and their interactive capacity will make visitors an active and vital part of the events and their development.
They will be greeted by intangible surfaces as well as sounds, images, documents, and moments that will become one, in a unique space where one feels that an earthquake is not something that affects others, but the collectivity.

d4c_0991Il Progetto Atmo-sfere nasce per amplificare e umanizzare gli infiniti attimi che all’improvviso possono squarciare ogni certezza, ogni consuetudine, cancellare culture, storie e storia. Atmo-sfere parla attraverso vere e proprie “bolle” capaci di fissare, appunto, l’atmosfera intesa nel suo senso più figurativo; quell’insieme di attimi che determinano un dopo che non sarà più quello di prima, ma che potrà ritrovare il suo corso, il suo scopo, il suo respiro regolare. Saranno gli artisti a snodare il racconto, saranno i visitatori a percepire attraverso i sensi (tatto, udito e vista) quello che è accaduto, quello che sta accadendo e quello che si sta facendo perché quegli attimi restino sospesi in una atmo-sfera capace di far vibrare le coscienze attraverso la consapevolizzazione.

d4c_1023p Un percorso di “bolle” dentro le quali immagini, suoni, documenti e narrazione riporteranno i visitatori nell’essenza dell’accaduto; niente ferro, niente legno, niente materia, i supporti sono grandi contenitori di sensazioni, di dati, di immagini e di suoni, sono elementi tondeggianti capaci di riportare alle valli e ai dossi di un territorio che in queste forme paesaggistiche vede poggiare la sua genesi e vedrà riannodare il suo futuro e dunque il suo passato. Gli elementi “bolla” saranno capaci di adattarsi a qualsiasi spazio perché non esiste “il terremoto”, ma ogni evento sismico è un evento unico perché unici sono i suoi elementi paesaggistici e culturali, perché uniche sono le sue esperienze di vita, i suoi volti, le sue storie.D4C_1089.jpg

Atmo-sfere propone moduli narranti che sono in antitesi con la distruzione; non presentano angoli, né peso, né strutture nel loro concetto materico perché ciò che viene raccontato deve essere centrale nella sua immensità; nessuna costruzione ulteriore ad appannare la grande vicenda umana e culturale di un terreno che trema ingoiando il suo sapere, le sue radici e spezzando i ritmi della vita, ma grandi contenitori di energie capaci di trasformarsi da paura in costruzione, da rumore assordante in nuova progettualità. La contemporaneità dei linguaggi, la loro capacità di interagire- facendo diventare il visitatore parte attiva e integrante del succedersi degli eventi e della loro evoluzione- troveranno superfici immateriali ad accoglierli così che i suoni, le immagini, le documentazioni, gli attimi diventino un tutt’uno, un unico spazio nel quale potersi sentire parte viva di ciò che non accade ad altri, ma accade a tutti. Questo significa coltivare la memoria, far coincidere il sentire, farlo proprio attraverso una condivisione intima, sempre, qualsiasi sia il luogo dove un evento accade.

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